All'una e ventitre minuti del 26 Aprile del 1986, un gravissimo incidente nucleare catalogato di livello 7 ovvero il massimo della scala INES (incidente catastrofico), provocò morte e distruzione nelle popolazioni residenti nella zona di confine tra Ucraina e Bielorussia.
Ancor oggi le radiazioni nucleari sviluppatesi dall'incidente, rendono l'area altamente invivibile e limitata all'accesso di chiunque voglia addentrarsi in uno dei territori più inquinati e rischiosi del mondo, a meno che non si sia in possesso di speciali permessi per determinati scopi scientifici.
Le città che vennero duramente colpite furono quelle di Černobyl e Pryp'jat', che come accennato erano posizionate al confine tra Bielorussia e Ucraina a circa 150 Km dalla capitale Kiev; città che vennero letteralmente spazzate via dall'onda d'urto e dalle radiazioni createsi durante e dopo l'incidente stesso.
In seguito all'incidente, emersero numerose problematiche legate sia a lacune e carenze da parte dei dirigenti della centrale, sia a negligenze estremamente gravi da parte degli ingegneri, dei tecnici e degli addetti alla manutenzione e al funzionamento della centrale stessa.
Il personale a seguito di un test di sicurezza al reattore n°4 per via della violazione delle più banali norme di sicurezza nonché di buon senso, causò un incontrollato aumento di potenza che sfociò nella scissione dell'acqua di refrigerazione in ossigeno ed idrogeno e che, a contatto con l'aria e le barre di controllo di bario immerse nella grafite, provocò una fortissima reazione esplosiva.
In effetti l'esplosione non fu di natura nucleare ma bensì dovuta ad una reazione chimica.
Anche se le autorità inizialmente non informarono completamente dell'accaduto, successivamente il disastro creò stupore e scalpore in tutto il mondo e soprattutto in Europa, in quanto le radiazioni arrivarono anche in punti più estremi e lontani dall'epicentro della tragedia.
Anche l'Italia in quel periodo dovette prendere misure emergenziali per quanto concerne i prodotti agricoli come frutta e verdura, in quanto le stesse furono contaminate da agenti nucleari, in particolare grafite, trasportati da nubi radioattive. Il latte e i suoi derivati vennero vietati alla vendita per molti giorni.
In effetti fu particolarmente incisivo il fattore atmosferico sopratutto riguardo al movimento del vento, che nei primi giorni soffiò verso la Polonia e le zone baltiche, per poi cambiare direzione e "puntare" sugli Stati più a ovest e sud d'Europa arrivando fino in Grecia.
Attualmente le città dormitorio di Černobyl e Pryp'jat', sono città fantasma e tutta la zona limitrofa presenta elevatissimi livelli di radioattività: la stessa radioattività fu la causa principale e lo è anche tutt'ora in base a recenti studi, di fenomeni di malformazioni e gravi malattie tumorali nei feti e nelle persone, avendo causato profonde modificazioni genetiche.
L'avviso per un'evacuazione delle zone colpite venne effettuato molto tardi ovvero 24 ore dopo l'indicente, operazione che fu letale in quanto permise alle radiazioni di entrare in contatto con le persone.
Il primo intervento effettuato per "tappare" la falla e bloccare in un certo qual modo le problematiche future dovute all'incidente, fu quello di creare un "sarcofago", una struttura di 300000 tonnellate di calcestruzzo, che andasse a ricoprire e sigillare tutto il reattore inserendo al suo interno anche le macerie dell'esplosione e le scorie altamente contaminate.
Ma per eseguire questa operazione, bisognava dapprima spegnere completamente il vasto incendio creatosi e questo provocò non solo la morte di decine di vigili del fuoco accorsi, ma anche la contaminazione di tantissimi addetti che erano presenti sul luogo.
Negli anni, a seguito di una cattiva progettazione ed un utilizzo scadente di materiali dovuti anche all'emergenza e alla velocità di esecuzione e realizzazione, vari punti del sarcofago hanno cominciato a cedere e creare falle, per questo motivo necessita di una continua e laboriosa manutenzione.
Attualmente una scritta, posta dagli abitanti di Pryp'jat' all'ingresso della città, pone l'accento sull'accaduto e sui colpevoli: "I VIVI CHIEDONO PERDONO AI MORTI".
Di seguito sono inserite alcune immagini relative ad uomini, donne e bambini, che hanno subito particolari modiche fisiologiche dovute alle radiazioni. Premettiamo che sono immagini molto forti.
Infine volgiamo proporvi questo interessante servizio-documentario realizzato dal programma RAI,
La Storia Siamo Noi. che vi invitiamo a guardare per avere maggiori informazioni e riflettere su quanto accaduto per non dimenticare questa immensa tragedia.
Titolo :
26 Aprile 1986 - Il Disastro nucleare di Chernobyl
Descrizione : All'una e ventitre minuti del 26 Aprile del 1986 , un gravissimo incidente nucleare catalogato di livello 7 ovvero il massimo della sca...
Posizione :
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