Tecnologia:
rovina o progresso?
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un
aumento esponenziale della tecnologia e del suo impiego, che
sicuramente ha portato ad innumerevoli vantaggi, ma d'altro canto,
secondo alcuni studiosi, sta distruggendo, o per meglio dire
modificando, gradualmente parte del nostro cervello. E' impossibile
negare, infatti, che la nostra società si sia evoluta nel giro di
pochi anni, svolgendo azioni che solo alcuni decenni fa erano
alquanto impensabili. Oggi la maggior parte delle persone,
soprattutto gli adolescenti, passa ore ed ore a navigare in rete, a
frequentare i social network, a svolgere altre attività al computer,
controlla le proprie mail frequentemente e usa continuamente il
proprio smartphone. Queste sono divenute azioni che ogni giorno
tendono a modificare una società costruita accuratamente nel corso
degli anni e cosa ancora più grave costringono il nostro cervello
''ad abituarsi'' a svolgerle sempre più velocemente. A discapito di
tale vantaggio, quindi, nel nostro cervello si innescano processi
neurobiologici che tendono a sostituire le vecchie abitudini che sono
state affinate dall'uomo nel corso dei secoli con delle nuove. In
parole povere, in un certo senso, il genere umano si appresta a
diventare più stupido e, al contrario, ad affinare la propria
istintualità, ovvero la capacità di svolgere determinate azioni in
modo ancora più rapido. A condurre lo studio tutto italiano vi è
Lamberto Maffei, professore di Neuroscienze alla Normale di Pisa e
presidente dell'accademia dei Lincei, il quale ha affermato anche che
l'uso continuo della tecnologia è ormai insostituibile, poichè essa
ci assiste e ci aiuta in ogni momento, dando alla nostra mente meno
occasioni per sforzarsi a ricordare.
Ritornando alla
domanda iniziale, quindi, la tecnologia va considerata rovina o
progresso?
Con l'accrescere dell'interconnettività globale si è
cercato molte volte di dare una risposta a questa domanda, tuttavia
si sono sempre e solo formulate delle ipotesi. Questa volta, però,
oltre allo studio del professor Lamberto Maffei, vi si affianca anche
quello condotto da altre università, fra le quali quella del Sussex
e l'istituto Neu roin for ma tica dell’Università di Zurigo.
Da
entrambi gli istituti sono stati effettuati test su centinaia di
persone, dove in particolar modo si paragonavano coloro che facevano
un'ampio uso della tecnologia con coloro che si accingevano a
possedere, ad esempio, soltanto un moderno cellulare. I risultati
parlano chiaro. I soggetti abituati ad utilizzare smartphone con
touchscreen tendono ad aumentare la corteccia somatosensoriale,
ovvero quella relativa alla ricezione di stimoli tattili ed altri
impulsi e, al contrario è stata riscontrata una diminuzione di
materia grigia nella corteccia cingolata anteriore, che sta ad
indicare una lentezza maggiore ad apprendere nuove informazioni da
parte del nostro cervello.
Insomma, anche se si tratta ancora
di studi incompleti si può dire che da quanto riscontrato nei test
la risposta alla domanda iniziale è sì, stiamo facendo passi
indietro favorendo la velocità a svolgere determinate azioni alla
capacità cognitiva che abbiamo affinato durante tutta l'evoluzione
dell'uomo.
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SUSANNA MATTEINI
Autore
Appassionata di comunicazione, tecnologia e cinema. Collaboro con diversi siti: scrittrice per passione e (speriamo) per professione. Il web è la mia passione e il mio modo per comunicare con il mondo.
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Titolo :
Ecco come la tecnologia modifica il nostro cervello
Descrizione : Tecnologia: rovina o progresso? Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento esponenziale della tecnologia e del suo impiego, che si...
Posizione :
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